Cosa significa stipsi? Forse la conosciamo con un altro nome: stitichezza, il termine con cui ci si riferisce a una problematica intestinale estremamente comune, associata a fattori di rischio come una dieta poco equilibrata, povera di alimenti che favoriscono la buona motilità dell’intestino, o all’assunzione di alcuni farmaci. Si definisce stipsi la condizione in cui l’individuo presenta meno di tre evacuazioni di feci alla settimana. Questa definizione però ha una valenza prevalentemente scientifica in quanto, più frequentemente, il paziente che si definisce stitico descrive una più vaga sensazione di “malfunzionamento” intestinale caratterizzata da disturbi di diverso tipo, quali l’incompleta evacuazione o la presenza di feci troppo dure o in piccola quantità.
La stipsi è una condizione che interessa circa il 15% circa della popolazione, e in particolare il sesso femminile, per un possibile coinvolgimento ormonale nella motilità dell’intestino. Un’altra categoria interessata dalla stitichezza è quella degli individui più anziani, in particolar modo in relazione a una maggior assunzione di farmaci che, in alcuni casi, annoverano la stitichezza tra gli effetti collaterali, e a causa della tendenza a bere meno acqua. La stitichezza è un disturbo piuttosto comune, con cui molti convivono. Nelle situazioni più severe, tuttavia, può essere necessario l’intervento dello specialista gastroenterologo. In particolare, i pazienti devono prestare particolare attenzione al disturbo quando si verifica un peggioramento della frequenza delle evacuazioni, in caso di familiarità per tumori del tratto gastro-intestinale o se si associano ulteriori sintomi di “allarme” come perdita di peso o sangue nelle feci.